Ciuccio, passione o tormento? Come disabituare un bambino

E’ ormai noto che prolungare l’utilizzo  del ciuccio può provocare disturbi dentali. Consigliabile toglierlo intorno ai tre anni poiché il bimbo diventa più sicuro di se stesso e può quindi superare con più facilità il distacco da questa tanto amata abitudine.   Per i genitori riuscire nell’intento non è sempre così semplice, per questo voglio darvi qualche suggerimento per rendere meno traumatico questo importante passaggio:

  1.  il ciuccio rappresenta un’ abitudine durante la giornata, di solito il bambino lo cerca al momento della nanna o del distacco dalla mamma. L’occasione giusta per intervenire è quando questa routine viene modificata anche solo momentaneamente poiché il bimbo farà meno fatica ad abituarsi ai nuovi ritmi, ad esempio quando si parte per una vacanza oppure si trasloca.
  2. possiamo tranquillamente dire che abbiamo dimenticato il ciuccio a casa e gratificare il bimbo in altro modo magari con piccoli regali.
  3. iniziare a togliere il ciuccio la notte solo quando si è certi che il bambino sia in grado di farne a meno durante il giorno.
  4. prepariamo il bambino con un po’ di anticipo e incoraggiamo tutti i familiari a complimentarsi con lui per la sua “grande impresa”. Festeggiamo le prime notti senza ciuccio in modo che il bambino si senta orgoglioso e sicuro di se stesso.

Cosa non fare mai

Di seguito alcuni consigli su cosa non fare per fare far allontanare i bambini dal cuccio

  1. far sparire il ciuccio da un momento all’altro senza dare spiegazioni; il piccolo potrebbe non adattarsi a questo cambiamento repentino e diventare nervoso e insofferente.
  2. prenderlo in giro dicendo: “così non diventi mai grande” “tutti i tuoi amichetti non lo usano, solo tu ce l’hai ancora” . In questo modo, creeremmo una grande ansia nel bimbo e un’ulteriore dipendenza dal ciuccio.
  3. non cominciare mai a togliere il ciuccio in concomitanza di eventi importanti (nascita di fratellini o sorelline, ingresso alla materna, etc.).
  4. non cedere mai e stabilire una linea di condotta salda. Un solo ripensamento insegna al bimbo che si può tornare indietro; la volta successiva sarà ancora più difficile.

In bocca al lupo!

 

Dott. Antonio Zuppardi

Aiuto, ho un afte!

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Le afte della bocca sono lesioni della mucosa orale, riconoscibili per l’alone rossastro che circonda la piccola abrasione dai 2 ai 5 mm, oltre che per il dolore fastidioso che le accompagna.

Come curare l’afte

No ad alcolici, cibi acidi e piccanti. Non è vero che questi prodotti aiutano la cicatrizzazione, aumentano inutilmente il dolore e non risolvono il problema.
Sì ai propoli, rimedio utile e naturale.
Il sale aiuta: mescola un cucchiaino di sale in un bicchiere di acqua tiepida e sciacqua la bocca.
Collutorio: un grande aiuto nel calmare il dolore in bocca e nel contrastare la formazione di batteri
Aggiungere alla dieta integratori vitaminici, minerali e probiotici, oltre ad alimenti che contengono ferro, tra cui le verdure a foglie verdi, i cereali integrali, il latte.

In presenza di afte molto dolorose, è possibile dare sollievo tramite alcuni analgesici o collutori contenenti antibiotici per prevenire infezioni batteriche e ulteriori complicanze. In questo caso è sempre meglio farsi visitare e con l’ausilio del laser fare delle applicazioni sulla zona per rendere la lesione meno dolorosa. Nel mio studio ho già trattato con successo tali lesioni.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda. A presto

 

Dott. Antonio Zuppardi

Paura del dentista

Chi di voi soffre della classica “paura del dentista”?). Nel mio studio cerco di mettere a proprio agio, chi si affida alla mia esperienza la salute della propria bocca. E’ statisticamente provato che lo stress da studio dentistico colpisce 9 pazienti su 10.

Secondo uno studio promosso dall’Unione Nazionale delle Industrie Dentali Italiane (Unidi), basato sulle più recenti pubblicazioni di psicologia ambientale, è risultato infatti che gli stimoli sensoriali percepiti dal paziente nell’ambiente medico sono decisivi per la riuscita delle cure. Vista, olfatto, suoni e rumori, controllabili dal dentista, possono e devono dunque essere modificati al fine di abbassare il tasso di stress che colpisce il paziente con l´obiettivo di ottenere una cura ottimale anche dal punto di vista psicologico.

Lo Studio
Qualità dell´ambiente, dell´arredamento, illuminazione, profumi gradevoli, musiche rilassanti sono punti chiave a cui cerco di fare molta attenzione.
Quanto conta l´impatto visivo.
E’ dimostrato che la qualità percepita delle cure che il paziente si appresta a ricevere in uno studio odontoiatrico è maggiore in situazioni dove l´ambiente è bene arredato, bene illuminato, contenente immagini artistiche, con aspetto caldo ed accogliente. Mentre si percepisce una qualità inferiore nel caso contrario, con arredamento obsoleto, stanze male illuminate, senza immagini artistiche o con riproduzioni scadenti.

Quanto conta l’olfatto
Anche per quanto concerne la relazione tra stimoli olfattivi e tono dell´umore le ricerche mostrano che, in genere, il ricordo rievocato dalla sollecitazione odorosa si accompagna ad uno stato emozionale. Un odore può suscitare una emozione anche in assenza di consapevolezza e può quindi creare un ambiente particolarmente adatto a predisporre il nostro paziente ai successivi interventi a volte anche dolorosi.

Quanto conta l’udito
Il lato uditivo è certamente il più importante,soprattutto dal momento che è dimostrato che certi tipi di musica alleviano lo stress e stimolano positivamente l´attività delle onde cerebrali. L´attività musicale si è anche dimostrata in grado di ridurre il livello di stress abbassando la concentrazione dei markers infiammatori e migliorando l´attivazione delle cellule “natural killer” del sistema immunitario.

Vorrei da voi una considerazione sulla presentazione del mio studio e dell’ambiente che riscontrate, proponendo e consigliando soluzione ad eventuali problemi.

Grazie di cuore in anticipo.
A presto.

Dott. Antonio Zuppardi