E’ ormai noto che prolungare l’utilizzo del ciuccio può provocare disturbi dentali. Consigliabile toglierlo intorno ai tre anni poiché il bimbo diventa più sicuro di se stesso e può quindi superare con più facilità il distacco da questa tanto amata abitudine. Per i genitori riuscire nell’intento non è sempre così semplice, per questo voglio darvi qualche suggerimento per rendere meno traumatico questo importante passaggio:
- il ciuccio rappresenta un’ abitudine durante la giornata, di solito il bambino lo cerca al momento della nanna o del distacco dalla mamma. L’occasione giusta per intervenire è quando questa routine viene modificata anche solo momentaneamente poiché il bimbo farà meno fatica ad abituarsi ai nuovi ritmi, ad esempio quando si parte per una vacanza oppure si trasloca.
- possiamo tranquillamente dire che abbiamo dimenticato il ciuccio a casa e gratificare il bimbo in altro modo magari con piccoli regali.
- iniziare a togliere il ciuccio la notte solo quando si è certi che il bambino sia in grado di farne a meno durante il giorno.
- prepariamo il bambino con un po’ di anticipo e incoraggiamo tutti i familiari a complimentarsi con lui per la sua “grande impresa”. Festeggiamo le prime notti senza ciuccio in modo che il bambino si senta orgoglioso e sicuro di se stesso.
Cosa non fare mai
Di seguito alcuni consigli su cosa non fare per fare far allontanare i bambini dal cuccio
- far sparire il ciuccio da un momento all’altro senza dare spiegazioni; il piccolo potrebbe non adattarsi a questo cambiamento repentino e diventare nervoso e insofferente.
- prenderlo in giro dicendo: “così non diventi mai grande” “tutti i tuoi amichetti non lo usano, solo tu ce l’hai ancora” . In questo modo, creeremmo una grande ansia nel bimbo e un’ulteriore dipendenza dal ciuccio.
- non cominciare mai a togliere il ciuccio in concomitanza di eventi importanti (nascita di fratellini o sorelline, ingresso alla materna, etc.).
- non cedere mai e stabilire una linea di condotta salda. Un solo ripensamento insegna al bimbo che si può tornare indietro; la volta successiva sarà ancora più difficile.
In bocca al lupo!
Dott. Antonio Zuppardi
Meglio “viva il lupo” che “!in bocca al lupo”.